Sistema Marche

innovazione – lavoro – crescita

La tecnologia digitale sta trasformando praticamente tutti gli aspetti della nostra vita pubblica, privata e lavorativa.

Per ogni individuo la naturale conseguenza dell’innovazione tecnologica si traduce in una richiesta di nuove competenze.

Tuttavia, le competenze non si sviluppano così facilmente e soprattutto rapidamente come le innovazioni tecnologiche.

Questo aspetto sta portando ad un paradosso dove, da una parte, milioni di europei sono in questo momento senza lavoro mentre, dall’altra parte, si stima che la domanda inevasa di lavoratori con competenze digitali sarà pari a 825.000 unità nel 2020.

Nel 2015 InnovAzione organizza il primo di una serie di incontri per sensibilizzare e informare sulle trasformazioni in atto e sulla necessità di intervenire per colmare il gap fra le richieste del mercato e sviluppo di competenze

 

L’associazione InnovAzione, con il supporto di sponsor e partner di progetto, partendo dall’esperienza dei soci fondatori, che operano nel settore ICT, e a fronte dei dati del mercato e delle esigenze derivanti da esperienze dirette, si impegna a contribuire alla apertura di un dialogo tra i vari attori del territorio in modo continuativo cercando di contribuire ad individuare eventuali carenze e contribuire a proporre e sperimentare percorsi per mitigare il gap digitale, purtroppo molto alto, nelle Marche. 

I primi strumenti utili al raggiungimento dell’obiettivo crediamo siano la condivisione del tema, l’informazione continua e strutturata, la sinergia tra tutti gli attori (Istituzioni, Università, associazioni datoriali ed Enti di formazione) in quanto alla base di tutto c’è la “Formazione”. 

Sistema Marche: Innovazioni ICT e digitalizzazione

L’innovazione, derivante dall’implementazione dell’ICT, rappresenterà, così come indicato dai maggiori esperti mondiali, il vero strumento per una crescita di lungo periodo consistente delle economie dei paesi avanzati.

L’uso dei tablet e smartphone è ormai consolidato ed il loro utilizzo, diffusosi velocemente in questi anni, inizia a fare breccia anche tra gli anziani e i soggetti a bassa scolarizzazione. Tutto ciò è dovuto anche al massiccio investimento delle imprese di servizi di interesse generale (banche, assicurazioni, poste, gas, acqua, energia e soprattutto trasporti). Di fatto obbligando anche i soggetti meno sensibili all’utilizzo. 

Se da una parte, il processo di integrazione dell’ICT nella vita dei consumatori è stato rapido ed obbligato, a pari grado, costringe le imprese all’ingresso in modo organico nei processi aziendali diventando un nuovo canale tra azienda e clienti e tra azienda e fornitori. Su tale scia sono nate nuove aziende e nuove professionalità che offrono ai giovani uno sbocco lavorativo importante e di qualità. 

 

Industria 4.0, IoT BigData 

Nel mondo dell’industria si parla di “Industria 4.0” e paesi come la Germania, in Europa, da anni hanno sviluppato progetti che oggi vedono le prime realizzazioni operative. Questo nuovo modello di industria è caratterizzato da una digitalizzazione spinta che prevede una forte integrazione tra i vari processi, un dialogo cliente e produzione, una forte personalizzazione di prodotto e la produzione di piccoli lotti, la distribuzione dei siti produttivi il tutto connesso e dialogante che permette di aumentare fortemente la produttività fino al 25% (studio McKinsey). 

Da questo scenario risulta evidente la necessità di una forte diffusione di sensori/attuatori che dialogano tra di loro per dar corpo alla rivoluzione sopra descritta(CISCO quantifica in 50 miliardi di sensori interconnessi tra di loro) e che vedranno la 

 

produzione di  mole di dati che devono essere analizzati e che saranno, a loro volta, fonti di nuove opportunità di innovazione. I termini IoT, BigData e Cloud sono diventati di uso comune, tra gli addetti,  ma la corretta implementazione e utilizzo di essi richiede competenze che debbono essere presenti dal management agli operatori di fabbrica. Ancora una volta ci vengono in aiuto gli studi delle Università, dei produttori ed in particolare da uno studio di Cisco dal quale emerge che solo nel settore IoT si valuta la mancanza di circa 50.000 tecnici (in Europa) entro il 2020 di cui circa 10.000 in Italia.